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OPERE
Confine utopico di libertà
ferro, filo spinato, foglia d'oro, argilla, pelle, cm 180x40x2; cm 40x87x0,5, 2024
L’opera è un prototipo indossabile e si pone come una dichiarazione d’intenti tesa alla libertà, in opposizione alla tendenza all’oggettivazione del corpo.
Un gioiello ideato come una barriera simbolica, che faccia sentire la donna sicura nel mostrare le proprie parti intime.
Tra lei e il potenziale altro, si frappone un quadrellato di ferro lungo il quale sono intercalati degli elementi appuntiti orientati unicamente verso l’altro, una sorta di filo spinato con le punte pronte a ferire tutti coloro che proveranno a sfiorarla.
L’altro è colui che pensa che una donna che espone la propria intimità sia lì pronta per essere toccata.
L’opera è un prototipo indossabile e si pone come una dichiarazione d’intenti tesa alla libertà, in opposizione alla tendenza all’oggettivazione del corpo.
Un gioiello ideato come una barriera simbolica, che faccia sentire la donna sicura nel mostrare le proprie parti intime.
Tra lei e il potenziale altro, si frappone un quadrellato di ferro lungo il quale sono intercalati degli elementi appuntiti orientati unicamente verso l’altro, una sorta di filo spinato con le punte pronte a ferire tutti coloro che proveranno a sfiorarla.
L’altro è colui che pensa che una donna che espone la propria intimità sia lì pronta per essere toccata.
Mistress
Due mitre esposte su due piedistalli dell’altezza circa di 2 donne, hanno un segno distintivo; una treccia bionda e una coda di treccine nere che simboleggiano una società discriminatoria riguardo alle donne ed alle differenti etnie del nostro pianeta.
L’opera vuole testimoniare l’emarginazione della donna finanche nella Chiesa Cattolica, istituzione che per sua natura dovrebbe tendere all’eguaglianza tra tutti gli esseri umani.
Le mini aperture dell’ultimo Sinodo, che ha ammesso le donne per la prima volta al voto, rappresentano un timido primo passo rispetto ad un capovolgimento culturale necessario al vero cambiamento.
Voglio ed esorto a protestare contro l’esclusione della donna nell’organizzazione ecclesiastica, istituzione che per sua natura dovrebbe tendere, come ha fatto in passato, all’ eguaglianza delle donne e all'allontanamento dalla condizione d’isolamento imposta e subita da tempo.
Vorrei contribuire a volgere l’ago all’indietro e spianare la strada rivolta alla meta, attraverso il fuoco che distrugge e l’acqua che rigenera.
L’opera vuole testimoniare l’emarginazione della donna finanche nella Chiesa Cattolica, istituzione che per sua natura dovrebbe tendere all’eguaglianza tra tutti gli esseri umani.
Le mini aperture dell’ultimo Sinodo, che ha ammesso le donne per la prima volta al voto, rappresentano un timido primo passo rispetto ad un capovolgimento culturale necessario al vero cambiamento.
Voglio ed esorto a protestare contro l’esclusione della donna nell’organizzazione ecclesiastica, istituzione che per sua natura dovrebbe tendere, come ha fatto in passato, all’ eguaglianza delle donne e all'allontanamento dalla condizione d’isolamento imposta e subita da tempo.
Vorrei contribuire a volgere l’ago all’indietro e spianare la strada rivolta alla meta, attraverso il fuoco che distrugge e l’acqua che rigenera.
Passaggio di consegne
argilla, dimensioni variabili, 2023
L’installazione vuole raffigurare un paesaggio terrestre caratterizzato da macerie, rocce, ferite dalle modifiche e delle stratificazioni attuate dal tempo.
Ad un primo sguardo, i manufatti possono apparire come cortecce di alberi svuotate della loro funzione essenziale, come degli involucri privi di linfa vitale.
Essi rappresentano il presagio della precarietà, del vuoto, la trasformazione di un paesaggio apocalittico che stiamo consegnando ai miei figli, ai nostri figli, come diretti eredi e destinatari del passaggio di chi ha vissuto prima di loro e che ha badato poco e male al loro futuro, sfruttando le risorse naturali in modo eccessivo e sconsiderato.
L’installazione vuole raffigurare un paesaggio terrestre caratterizzato da macerie, rocce, ferite dalle modifiche e delle stratificazioni attuate dal tempo.
Ad un primo sguardo, i manufatti possono apparire come cortecce di alberi svuotate della loro funzione essenziale, come degli involucri privi di linfa vitale.
Essi rappresentano il presagio della precarietà, del vuoto, la trasformazione di un paesaggio apocalittico che stiamo consegnando ai miei figli, ai nostri figli, come diretti eredi e destinatari del passaggio di chi ha vissuto prima di loro e che ha badato poco e male al loro futuro, sfruttando le risorse naturali in modo eccessivo e sconsiderato.
Impollinatore
Le api sono insetti impollinatori, rivestono un ruolo fondamentale per garantire la biodiversità, e sono essenziali per il nostro intero pianeta e per la sopravvivenza di altre specie. Sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo. I pesticidi hanno compromesso per sempre la vita degli insetti.
Purtroppo, a causa della loro scarsità, l'impollinazione avviene, in alcune parti del mondo, a mano.
Purtroppo, a causa della loro scarsità, l'impollinazione avviene, in alcune parti del mondo, a mano.
Natura distopica
ferro, lamiera zincata, argilla, foglia d'oro,
cm 40x170x20,
2023
cm 40x170x20,
2023
Siamo dentro o fuori?
Siamo persone “tutte d’un pezzo”! Quello che abbiamo e viviamo dentro, in un modo o nell'altro, lo esprimiamo al di fuori di noi. Dove? Nella quotidianità, nei luoghi che frequentiamo... ma a volte la nostra percezione di quanto accade in noi, e attorno a noi, non coincide esattamente con quanto succede davvero.
La finestra è il punto di vista al quale mi riferisco. Ho immaginato la commistione tra lo sguardo di un affaccio ai suoni che si producono all’interno e all’esterno della finestra, a seconda che essa sia chiusa o aperta.
E’ una visione, direi psichedelica, di una casa abitata in un ambiente urbano.
La finestra è il punto di vista al quale mi riferisco. Ho immaginato la commistione tra lo sguardo di un affaccio ai suoni che si producono all’interno e all’esterno della finestra, a seconda che essa sia chiusa o aperta.
E’ una visione, direi psichedelica, di una casa abitata in un ambiente urbano.
Gabbie
In una delle 10 regole del Decalogo, Milton Glaser, uno dei più grandi creativi del Novecento, riporta: «Gerald Edelman, che è stato un grande professore di anatomia del cervello, dice che fare un’analogia tra il cervello umano ed i computer è semplicemente patetico. Il cervello è piuttosto simile a un giardino fin troppo rigoglioso, che continua a crescere, che continua a ricevere sementi e a farle continuamente germogliare».
Da qui nasce la mia prima opera "Il mio giardino". Essa raffigura un busto di donna, prigioniera in una gabbia per uccelli aperta, dalla cui sommità del capo germoglia una pianta. Il dualismo della limitazione, oltre la libertà di espressione, oltre il normale svolgersi della vita quotidiana. Siamo tutti ingabbiati.
Sino ad arrivare all’opera «Piano B», che è stata concepita con l’ambiguità allusiva della gabbia come metafora della divisione. E’ un itinerario labirintico, composto da pareti divisorie caratterizzate dal colore rosso. L’intento è quello di enfatizzare il senso di spaesamento e di autoriflessione, ma come ogni labirinto la speranza è quella di poter giungere all’uscita, alla liberazione.
Da qui nasce la mia prima opera "Il mio giardino". Essa raffigura un busto di donna, prigioniera in una gabbia per uccelli aperta, dalla cui sommità del capo germoglia una pianta. Il dualismo della limitazione, oltre la libertà di espressione, oltre il normale svolgersi della vita quotidiana. Siamo tutti ingabbiati.
Sino ad arrivare all’opera «Piano B», che è stata concepita con l’ambiguità allusiva della gabbia come metafora della divisione. E’ un itinerario labirintico, composto da pareti divisorie caratterizzate dal colore rosso. L’intento è quello di enfatizzare il senso di spaesamento e di autoriflessione, ma come ogni labirinto la speranza è quella di poter giungere all’uscita, alla liberazione.
Reflectĕre
Riflèttere (ant. reflectĕre) v. transitivo e intransitivo; dal latino reflectĕre «ripiegare, volgere indietro»
Dal punto di vista intellettuale, la riflessione è il rimandare indietro il pensiero a qualcosa, riconsiderandolo, ripensandoci su. La domanda che mi sono posta è: “chi sei?”
Ho espresso la mia risposta con l'autoritratto.
Successivamente, ho ricoperto le tele con i tasselli della mia memoria, tasselli che compongono la mia vita sino a ieri.
Contestualmente, ripeto la domanda allo spettatore, ma questa volta la domanda è posta in maniera speculare e leggibile solamente attraverso la riflessione nello specchio. Tale riflessione non sarà frontale, ma volta all’indietro, così come viene usato lo specchietto retrovisore dell’auto.
Questa inversione di orientamento di visione ci isola, ci apparta in un rapporto duale, intimo, tra l’Io e lo specchio.
Rimandare con gli occhi, rintracciare le proprie tracce mnestiche, ci porterà alla verità?
Gli spettatori saranno interessati alla verifica del proprio aspetto o alla riflessione? Riuscirà il velo di plastica a non far scorgere chi è rappresentato? Per agevolare l’introspezione ho basato la ricerca cromatica su tinte serene ed oggettivamente piacevoli spingendo la gradazione tonale verso il bianco.
Dal punto di vista intellettuale, la riflessione è il rimandare indietro il pensiero a qualcosa, riconsiderandolo, ripensandoci su. La domanda che mi sono posta è: “chi sei?”
Ho espresso la mia risposta con l'autoritratto.
Successivamente, ho ricoperto le tele con i tasselli della mia memoria, tasselli che compongono la mia vita sino a ieri.
Contestualmente, ripeto la domanda allo spettatore, ma questa volta la domanda è posta in maniera speculare e leggibile solamente attraverso la riflessione nello specchio. Tale riflessione non sarà frontale, ma volta all’indietro, così come viene usato lo specchietto retrovisore dell’auto.
Questa inversione di orientamento di visione ci isola, ci apparta in un rapporto duale, intimo, tra l’Io e lo specchio.
Rimandare con gli occhi, rintracciare le proprie tracce mnestiche, ci porterà alla verità?
Gli spettatori saranno interessati alla verifica del proprio aspetto o alla riflessione? Riuscirà il velo di plastica a non far scorgere chi è rappresentato? Per agevolare l’introspezione ho basato la ricerca cromatica su tinte serene ed oggettivamente piacevoli spingendo la gradazione tonale verso il bianco.
Cratere
Da napoletana non potevo esimermi dal rappresentare l'icona del mio territorio, il Vesuvio. Questa è la mia personale visione che mostra ciò che noi non possiamo e soprattutto non vogliamo vedere.
Collage
Progetti e commissioni personalizzate
Questi lavori sono realizzati espressamente su ordinazione attraverso uno studio del luogo, bozzetti preparatori, rendering.
Ogni ambiente merita di essere esaltato da opere d’arte uniche che maggiormente rispecchino la personalità dell'artista e il gusto committente.
Ogni ambiente merita di essere esaltato da opere d’arte uniche che maggiormente rispecchino la personalità dell'artista e il gusto committente.
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